Competitivo o cooperativo?

Sono appena uscita da un assessment su di me (ricordami dopo di dirti cos’è) perché se non migliori le tue performance prima di tutto, sarà difficile poterlo fare sugli altri. Il coach fa questo, allena le tue performance e più il coach ha esperenziato migliore sarà l’aproccio one to one e di gruppo che riesce a darti. Personalmente credo moltissimo nella formazione sia in autonomia sia seguendo coach o altri formatori da cui trovo sempre materiale nuovo da scoprire 😉
E qui viene il punto di questo nuovo articolo: nell’assessment che ho appena concluso una delle domande era “sei competitivo o cooperativo?”
C’è una sottile differenza tra le due etichette. Andiamo per ordine, il genere competitivo è quello che si sente sempre di dover dimostrare di essere il migliore (rispetto a chi, a cosa??) e quindi agisce per prevalere sugli altri, sulle situazioni ecc. il genere cooperativo invece è colui che cerca sempre di creare engagement, sinergia nelle situazioni in cui si trova. sia nel lavoro (quindi gruppi di persone/colleghi) sia nella vita personale.
Sembrano completamente distanti l’una dall’altra e con obiettivi differenti ma in fondo l’obiettivo è comune ed è: raggiungere il miglior risultato in ciò che sto facendo. E’ diversa la modalità con cui ci si arriva. Il competitivo vedrà in ogni situazione la strada più veloce e più conveniente a prescindere da chi c’è attorno, consapevole (ditemelo voi) se ferirà qualcuno strada facendo oppure no. Il cooperativo invece mette le persone al centro nel vero senso della parola, cerca di curare le soft skills delle persone e di aiutare ogni singolo individuo ad essere parte di un insieme più grande che porta al raggiungimento del risultato con uno sforzo comune ed equilibrato. (anche qui ditemelo voi quale sono le vostre esperienze).
Nella vita lavorativa spesso ci si trova ad avere a che fare con persone competitive convinte che il loro modo di operare sia l’unico possibile (e quindi tale deve essere accettato dal team o dai colleghi) perché forse, mia supposizione personale, forse non hanno una grande fiducia in loro stessi che gli permetta di dire “ok fai tu” perché il pensiero che l’altro possa creare una falla nel loro mondo perfetto è più forte di pensare di valorizzare le persone con cui collabora. Ma questo tipo di persone non si trova solo nelle aziende, si trova anche nelle libere professioni dove i singoli professionisti (qualunque sia il settore) ritengono che collaborare con altre persone che fanno il loro stesso mestiere li possa mettere in disagio fino ad arrivare a perdere i loro clienti…
Il cooperativo anche si trova, ma oggettivamente meno spesso. Questo dato arriva da fonti riservate che evito di citare. Il cooperativo mettendo al centro gli altri è un leader di fatto, non perché voglia essere considerato così ma perché chi lo circonda lo definisce così.
Sono due facce della stessa medaglia la cooperazione e la competizione. Non sono né buone né cattive. Sono solo due parole e siamo sempre noi che gli diamo l’accezione positiva o negativa a seconda della nostra personale esperienza.
C’è stato un tempo in cui era la competizione che mi faceva agire ma oggi credo molto nella cooperazione. Quello che è cambiato è stato aumentare, migliorare la mia performance in autostima. Sono sicura di me pertanto perché dovrei avere timore a collaborare con chi fa un mestiere simile al mio? Soprattutto quando si parla di benessere di persone, non esiste che tu sei perfetto per tutto ma esiste che il coachee ti scelga perché per lui/lei tu sei perfetto. E’ un po’ come fanno i nostri adorabili quadrupedi (sono di parte lo so 😉 ) che ci scelgono e decidono loro se venire a casa con noi o aspettare ancora per l’umano giusto!!
Come ho migliorato le mie performance? Andando a lavorare sulle mie aree strategiche e predisposizioni naturali. Posso farlo anche per te quando lo vuoi. Clicca qui per approfondire e sentiti libero di fare ogni domanda!
la tua lifecoach saraisabella
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