Fiducia: una soft skill molto importante
Fiducia, una delle tante soft skills.
Sai perché si perde la fiducia, in qualcuno in qualcosa?
Sai quando la fiducia viene disattesa? Quando veniamo delusi, o quando deludiamo a nostra volta.
Ho parlato di fiducia qui e qui ma c’è sempre qualche tassello da poter aggiungere.
Io perdo la fiducia in te quando non mi sento valorizzato, quando “qualunque sforzo” io faccia tu non mi dai atto delle mie capacità. Questo genera una situazione in cui io so/percepisco che tu sei senza fiducia nei miei confronti e quindi è indifferente se mi impegno oppure no, perché tanto la fiducia non me la dai.
Come si può invece fare in modo che la fiducia sia data e rispettata?

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La risposta è semplice: bisogna mettere alla prova le persone. Ti do un’opportunità e se tu non rispetti questo opportunità allora ti faccio presente che hai mancato l’impegno che ti sei preso. Ti chiedo il come mai. Ascolto attivamente quello che mi dici e ti propongo delle alternative funzionali.
Ma come siamo passati dal “dare fiducia” al “deludere la fiducia”?
La storia è questa. Parte proprio dal passato quando i nonni vivevano in casa con le nuove famiglie che formavano i figli e c’era questa credenza che i “vecchi” fossero saggi. Una credenza molto ben radicata, Probabilmente 100 anni fa era davvero così anche perché il termine “vecchiaia” era usato diversamente da oggi.
L’età media non era sicuramente gli 80-90 anni di oggi, magari avevano 60 anni o 50 anni, o magari anche di più. Diciamo che il fattore età era influente perché c’era la credenza, e quindi l’abitudine/l’usanza di dare un estremo credito a quello che diceva questa fascia di persone. Che fosse giusto sbagliato se lo diceva il “vecchio” doveva essere fatto così.
I tempi poi sono cambiati, le persone sono cresciute a livello di cultura e a livello di esperienze. Un po’ per volta è andata scemando questa abitudine di mantenere i nonni in casa che restavano invece a casa propria, mentre i figli andavano a vivere in una casa loro ma c’era sempre questa convinzione radicata per la generazione silenziosa (i nati tra 1928 e 1945) e quella dei loro figli, la generazione dei boomer (i nati tra il 1946 e il 1964).
Questa convinzione si è quindi riproposta anche nella generazione dei boomer che oggi cerca ancora di guidare i propri figli dicendo loro ciò che è giusto o sbagliato perché, dal loro punto di vista, vi è la saggezza della vecchiaia in cui tu devi avere “fiducia cieca”. Ad esempio, per estremizzare, tuo padre o tua madre ti dicono che devi fare una cosa, non ti dicono “puoi fare o ci sarebbe da fare” ma ti dicono devi fare questa cosa perché lo dico io.
Con affermazioni del genere, nei panni dei figli, la generazione boomer non discuteva ma accettava. Non c’era giusto o sbagliato, chi aveva torto o chi aveva ragione, c’era solo il “vecchio” che diceva “devi fare così perché lo dico io” senza possibilità di parola.
Quindi la domanda viene spontanea: perché oggi viene messo in discussione quello che i “vecchi” dicono? Non dovrebbero essere sempre i “vecchi” considerati i saggi e che quindi, in quanto saggi, hanno sempre ragione?
Probabilmente perché la cultura è aumentata e le persone hanno più conoscenze, fanno più esperienze di quelle che hanno fatto i propri genitori, e quindi hanno un bagaglio di vita che in alcuni casi è maggiore di quello dei propri genitori. Questo li porta a mettersi in discussione in base a quello che sono le loro conoscenze e i loro valori.
Chissà se noi ci comporteremo come la generazione boomer oppure lasceremo spazio ai giovani, ai loro dubbi, alle loro perplessità, ai loro modi di vivere che sicuramente saranno diversi dai nostri.
E cosa c’entrano le soft skills, o competenze trasversali, con tutto questo?
C’entrano eccome perché una delle competenze trasversali è proprio l’autostima l’autostima è la fiducia in te stesso, fiducia in chi sei, in cosa fai e nei tuoi valori.
E questo ti porta a avere un atteggiamento critico. Anche nei confronti della generazione boomer. Usiamo il nostro senso critico per essere la nostra migliore versione.
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